L’agricoltura italiana - quel valore nascosto ed inestimabile



Nel corso di una conferenza stampa organizzata da Apo Conerpo, organizzazione leader nel mercato europeo dell’ortofrutta fresca che riunisce quasi 7.000 produttori, il presidente Davide Vernocchi ha tenuto a precisare l’importanza che l’agricoltura italiana ricopre per la nazione, per l’ambiente e per il territorio.

L’articolo di oggi prende spunto dall’intervento del presidente Vernocchi e vuole spiegare perché, nei fatti, l’agricoltura detiene un potenziale incredibile a favore della sostenibilità.

L'agricoltura è infatti, per sua stessa natura, una realtà fortemente connessa con la tematica della sostenibilità, in particolar modo ambientale. Non stiamo ovviamente parlando di forme di agricoltura intensiva, per loro stessa natura troppo spesso invasive e vincolate al mero sfruttamento del terreno.

Parliamo invece dell'agricoltura tipica, dei prodotti stagionali, delle realtà locali storicamente legate a regioni ed aree geografiche ben definite. Alcune di queste aree, vengono definite AVN, ovvero aree agricole ad alto valore naturale, e costituiscono circa il 30% di tutto il suolo agricolo italiano. Da un'analisi più approfondita di queste ed altre realtà, emergono infatti numerosi spunti relativi a quanto esse siano fondamentali sotto molteplici aspetti.

Partiamo dal primo, il più immediato, intuitivo ma anche estremamente articolato: come anticipato, la sostenibilità ambientale, o meglio, territoriale.

Il settore agricolo provvede alla regolamentazione e alla tutela del territorio in particolar modo contribuendo alla pulizia ed alla cura del verde. Piantagioni, colture e boschi ben tenuti sono fondamentali per fattori come ad esempio il corretto drenaggio del terreno. Sono numerosissime in Italia le realtà in cui sono le piantagioni, e la cura che gli agricoltori dedicano ad esse, a contribuire in maniera più che decisiva al corretto utilizzo e alla tutela dei terreni.

In aggiunta, i prodotti derivanti dall’agricoltura, sono parte integrante di tutto lo spettro dei componenti naturali di un ecosistema e, l’agricoltore, è il primo tutore e sviluppatore della crescita e del benessere di ciascun ecosistema di cui i prodotti agricoli fanno parte, responsabilità tutt’altro che trascurabile.

Questo può infatti essere riassunto attribuendo e riconoscendo a ciascuna realtà agricola, e ad ogni individuo che ne fa parte, la diretta responsabilità del corretto sviluppo sostenibile del territorio in cui essa è dislocata e degli ecosistemi presenti.

L'agricoltura italiana, inoltre, è fondamentale per un secondo aspetto, legato prevalentemente al concetto di sostenibilità sociale, culturale e paesaggistica.

Le aree agricole locali italiane sono spesso inserite in contesti paesaggistici e naturali famosi in tutto il mondo per la propria bellezza; le coltivazioni in questi casi sono protagoniste dirette dell'impatto visivo del paesaggio. Pensate quale incredibile danno possono provocare campi incolti e trascurati sulla bellezza e la magia di territori storicamente caratterizzati da frutteti, pascoli, terrazzamenti ecc. ecc.


I piccoli agricoltori locali, diretti responsabili della tutela del patrimonio paesaggistico, sono inoltre di fondamentale importanza per la continuità delle stesse comunità di cui fanno parte, ovvero quelle piccole realtà sociali in cui si tramandano da generazioni un'infinità di tradizioni e pratiche agricole e sociali.

Il terzo ed il quarto punto di riflessione di questa breve analisi sul contributo dell'agricoltura alla sostenibilità possono essere trattati piuttosto sinteticamente: riguardano infatti rispettivamente, la sostenibilità alimentare ed economica.

Non è necessario essere nutrizionisti professionisti per comprendere l’importanza dell'apporto che il vasto assortimento dei prodotti derivanti dall'agricoltura fornisce all'alimentazione, in quanto si tratta di componenti fondamentali nella dieta mediterranea. Frutti e ortaggi tipici, olio, vino e spezie sono tutti prodotti propri della cultura agricola italiana che stanno alla base della corretta alimentazione di ciascuno di noi.

Infine, per quanto riguarda il pilastro economico, vorrei innanzitutto citare il Ministro delle politiche agricole alimentare e forestali, Maurizio Martina, il quale afferma:

Dall’analisi dei dati si conferma la ritrovata centralità dell’agricoltura nell’agenda economica, politica e sociale italiana. […] Penso alla capacità del settore primario di salvaguardare il territorio, di contribuire alla lotta al cambiamento climatico. Penso ai decisi passi in avanti fatti su fronti come sostenibilità, bioeconomia, risorse rinnovabili, nonché al nuovo spazio che si apre sui servizi sociali e sul nuovo welfare. L’agricoltura, in moltissimi territori, è un elemento chiave della costruzione di un nuovo modello di società e di cittadinanza.

Il report annuale realizzato dal Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) per il 2016, “L’agricoltura italiana conta 2016”, riporta quasi un milione di occupati nel settore dell’agricoltura, più precisamente 843.000, a testimonianza del grande valore del settore agricolo per l’economia nazionale.

Per concludere vi racconto un aneddoto sulla conferenza stampa. In risposta ad una domanda relativa all’utilizzo di pesticidi e di sostanze chimiche dannose per l’uomo sulle piantagioni, il presidente Vernocchi ha risposto così:

Guardi, io vivo con la mia famiglia a fianco delle piantagioni della mia azienda agricola. Lei avrebbe interesse nel disseminare il giardino di casa con sostanze tossiche e nocive? Io no.”



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